Cortocircuiti beckettiani

Turturro Hamm

«Certe volte mi chiedo se la mia testa funzioni – dice Clov a un certo punto di Finale di partita – Poi passa e torno lucido come prima». Certe volte anche io mi faccio la stessa domanda. Mi sento come quegli alcolizzati a cui basta un sorso di vinello per andare in coma etilico o come i tossici con la scimmia. Mi dica, dottore, avrò esagerato con le dosi quotidiane di Beckett in tutti questi anni?

No, perché ormai mi sembra di vedere e sentire Beckett ovunque, la sua faccia, le sue parole. Questa cosa è iniziata molti anni fa, quando ero solo un ragazzino e il progetto samuelbeckett.it non era minimamente nei miei pensieri. Mi ero proposto di trovare delle fattezze note per immaginare più facilmente il mio angelo custode e così – più o meno arbitrariamente (all’epoca avevo letto probabilmente solo Aspettando Godot) – avevo deciso che il mio angelo custode avesse la faccia e l’aspetto di Samuel Beckett. Era un angelo custode abbastanza bastardo, ora che ci ripenso, mi spronava con epiteti ingiuriosi quando non mi andava di fare le cose e mi prendeva in giro senza pietà quando le ragazze mi davano buca. Forse era quello che mi ci voleva. Poi, anni dopo, ho dato vita a samuelbeckett.it e la follia ha compiuto il suo lavoro.

La locandina del film «Romance & cigarettes» (2005)

La locandina del film «Romance & cigarettes» (2005)

Domenica scorsa avevo iniziato a vedere uno dei film registrati sul decoder, Romance and cigarettes di John Turturro per la precisione. Una cosa giusta per il relax postprandiale. A un certo punto mi alzo per andare a bere un bicchiere d’acqua quando sento dal televisore una voce che dice:

Un giorno sarai cieco, come me! Seduto nel buio, come me!

«Ecco fatto – mi dico – si è rotto il decoder». Solo così posso spiegarmi questa curiosa interferenza per cui di colpo ho sentito una battuta di Hamm in Finale di partita. Oppure, mi sono detto, ho le allucinazioni acustiche.

Fortuna che il film era registrato sul decoder, così ho potuto tornare un po’ indietro e scoprire che non si trattava di un’allucinazione. Il protagonista del film, a un certo punto, dice proprio quella battuta. Poi il film va avanti, è anche divertente, ma di Beckett non c’è più traccia. Una battuta beckettiana incastonata lì così, una citazione isolata in un film che è soprattutto una parodia di un musical con citazioni che attingono al mondo della canzone pop romantica.

Chissà perché, mi chiedo. Poi trovo la risposta (non ci vuole mica una scienza, del resto, basta andare su Google e cercare Turturro + Beckett). Ed ecco che viene fuori che il bravo attore e regista nel 2008 ha impersonato proprio Hamm in una produzione di Finale di partita per la Brooklyn Academy of Music.

Ma Beckett doveva ronzare nella testa di Turturro da tempo (il suo Endgame, infatti, è del 2008, mentre il suo film con la citazione beckettiana è del 2005). Sempre su internet ho trovato questa intervista a John Turturro in cui l’attore dichiara che gli piacerebbe dirigere una versione di Aspettando Godot con attori bambini.

Insomma, lo so che dicono tutti così, ma credetemi: non sono pazzo.

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