Ground Control to Major… Sam
Rodney Sharkey tenta un parallelismo tra l'autore irlandese e il cantante inglese nel suo «Bowie, Beckett and being» in uscita per Bloomsbury a febbraio.
Può sembrare uno sterile gioco alfabetico, ma noi sappiamo quanto le iniziali dei nomi non siano mai causali nelle opere di Beckett (la ricorrenza ossessiva della lettera M e l’uso frequente della W, ovvero lo stesso segno, ma capovolto). Anche nell’ambito della saggistica c’è stata un’insistenza quasi tendenziosa nel voler indagare il rapporto tra Beckett e altri artisti e intellettuali che iniziassero con la lettera B (Beckett & Bacon, Beckett & Bion, Beckett & Blin). A questa serie possiamo ora aggiungere il titolo che uscirà il prossimo 8 febbraio per Bloomsbury (e già prenotabile sul sito dell’editore): Bowie, Beckett and being di Rodney Sharkey.
La coppia in questo caso è piuttosto sorprendente. Difficile pensare a una ovvia connessione tra l’autore di Aspettando Godot e quello di Ziggy Stardust. Sharkey. docente di inglese presso la Weill Cornell University del Qatar e collaboratore del Journal of Beckett Studies, infila tuttavia oltre 250 pagine per raccontarci i parallelismi tra l’opera dei due signori B.
Secondo l’autore, Beckett e Bowie hanno raggiunto, attraverso le rispettive opere, risultati creativi straordinariamente empatici che riflettono l’esperienza e gli effetti dell’alienazione trattando forme condivise di esperienza umana altrimenti messe a tacere dalle modalità normative di rappresentazione. Entrambi hanno dato vita a “spazi” (teatrali, musicali, filosofici) alternativi, all’interno dei quali hanno messo (in scena l’uno, in musica l’altro) le relazioni di potere psicologico, verbale e materiale.
Difficile dire, basandosi solo sulla presentazione dell’editore, quanto questa ricerca porti frutto e quanto sia un puro gioco accademico. Quanto ai giochi (di parole) è inevitabile parafrasare il verso di un celebre pezzo di Bowie (Suffragete City) canticchiando «Wham… Bam… Thank you Sam!»