Ecco i primi titoli della Cue Press
La riedizione della biografia di Knowlson e i saggi di Cohn e Astro. Non è sbagliato immaginarli affiancati al Meridiano, sulla scrivania del lettore beckettiano, per un'intensa esperienza di lettura.
Dopo essere stati qui annunciati, ecco i nuovi titoli pubblicati dalla casa editrice Cue Press che porta per la prima volta in Italia alcuni importanti saggi critici dedicati a Samuel Beckett, insieme alla ri-edizione dell’unica biografia autorizzata dello scrittore, Condannato alla fama di James Knowlson, pubblicata per la prima volta nel nostro paese da Einaudi, ma ormai fuori catalogo da alcuni anni.
Cominciamo proprio da qui, dunque. Se non bastasse l’esplicita benedizione di Beckett, se non bastasse la capillare ricostruzione della vita dello scrittore, se non bastassero le ore e ore di conversazioni che l’autore, James Knowlson, ha intrattenuto con il grande drammaturgo quando questi era giunto ormai alla fine della sua vita, se non bastasse tutto questo a far capire l’importanza di Condannato alla fama: la vita di Samuel Beckett (Cue Press, 2024 – traduzione e cura di Gabriele Frasca), ci pensa appunto il traduttore e curatore a spiegarcelo in postfazione descrivendo quello che lui chiama il “metodo Knowlson”: «procedere da un primo apparato scheletrico, rimpolpato via via di muscoli e nervi, fino a quello tegumentario che dovrebbe restituirci, in uno, l’autore nell’uomo, l’uomo nel sociale e il sociale nella storia». E prosegue: «L’autore si avvale di una decisione da parte di Samuel Beckett che potrebbe persino stupire, quella cioè di autorizzare il lavoro in questione. È questo il terzo pilastro, o sistema nervoso, che rende se non unica, quanto meno rara la biografia che avete appena letto.»
Per quanto riguarda il saggio di Ruby Cohn, Beckett: un canone (Cue Press, 2024 – traduzione e cura di Enzo Mansueto) si tratta di una lacuna nelle pubblicazioni italiane che viene finalmente colmata. La ricercatrice statunitense, già spettatrice della prima assoluta di Aspettando Godot a Parigi, e negli anni successivi amica, confidente (a lei si deve, ad esempio, la pubblicazione dei Disiecta) e studiosa dell’opera di Beckett, è di fatto la fondatrice degli studi beckettiani in lingua anglosassone. Ebbene di questa figura centrale nell’evoluzione della critica beckettiana non era finora disponibile in italiano neanche uno dei diversi studi da lei firmati. Ora possiamo finalmente leggere quello che è forse il testo di Ruby Cohn più compiuto, una panoramica disinvolta dell’intera opera di Beckett dove l’aneddotica personale non travalica mai la precisa analisi dei testi.
Chiudiamo con Capire Samuel Beckett di Alan Astro (Cue Press, 2024 – traduzione e cura di Tommaso Gennaro). Astro – che insegna Lingue e Letterature moderne alla Trinity University di San Antonio, in Texas – scrisse questo saggio nei primi anni Novanta, poco dopo la morte di Beckett. La sua carrellata sui singoli pezzi che compongono l’opera dell’autore trova nell’agilità il suo punto di forza. Al punto che il saggio di Astro (a differenza di quello di Cohn, che andrebbe letto per approfondire aspetti delle singole opere dopo averle lette) può rientrare nella sempre utile categoria delle “introduzioni alla lettura di”.
Sulla scrivania ideale del lettore beckettiano (ma perché non immaginarla “reale”, invece?) mi piace pensare a questi tre titoli affiancati al decisivo Meridiano uscito pochi mesi fa. Una sorta di premium kit con cui trascorrere ore di meravigliosa immersione nella lettura, in compagnia di uno dei più grandi autori del Novecento e dei suoi appassionati esegeti.
Di tutti questi titoli parlerò in occasione del mio intervento beckettiano alla prossima edizione del San Patrizio Livorno Festival, sabato 16 marzo 2024.