Perché il cinema e la tv italiani snobbano Beckett?
Le star statunitensi e anglosassoni di film e serie TV non hanno problemi a portare in scena i testi beckettiani. In Italia la cosa sembra di sola competenza della bolla teatrale.
Eravate fan di The Office? Allora in questa foto avrete riconosciuto l’attore Rainn Wilson che impersonava l’indimenticabile Dwight. Qui Wilson ha appena ricevuto da Patrick Bixby, presidente della Samuel Beckett Society, la membership onoraria a vita. Fino al 15 dicembre Wilson è in scena a Los Angeles per la messinscena di Aspettando Godot alla Geffen Playhouse nel ruolo di Vladimir. Non è l’unica star di Hollywood a cimentarsi con testi beckettiani. L’altro nome che viene subito in mente è quello di Keanu Reeves che il prossimo anno sarà in scena a Broadway, sempre con Aspettando Godot, ma nel ruolo di Estragone. L’attore britannico Gary Oldman, invece, porterà sul palcoscenico dello York Theatre L’ultimo nastro di Krapp ad aprile.
Vale allora la pena di fare un paragone con le scene d’Italia, paese che in quanto a vicinanza culturale con Beckett nulla ha da invidiare a Stati Uniti e Regno Unito (anzi…), dove l’opera del Nostro è relegata al recinto chiuso degli attori teatrali. Perché attrici e attori di cinema e tv italiani non portano in scena Beckett a teatro?