Un Godot afrikaner
È stata pubblicata la traduzione in afrikaans dell'opera teatrale più celebre di Beckett. L'occasione è stata il centenario dell'adozione dell'idioma come lingua ufficiale del Sudafrica.

Si intitola Ons Wag Vir Godot la traduzione di Aspettando Godot in afrikaans, la lingua germanica occidentale parlata in molti Paesi dell’Africa australe. L’occasione è stata il centenario dell’adozione dell’afrikaans come lingua ufficiale Sudafricana. Come sostiene lo scrittore e difensore del patrimonio culturale sudafricano Patrick Tariq Mallet: «La lingua afrikaans appartiene a oltre 7 milioni di Sudafricani dai più diversi background etnici e culturali. Una lingua che deve essere un ponte che collega, non un simbolo che divide.»
In un articolo apparso su The Conversation, lo studioso beckettiano Rick de Villiers ricorda le connessioni tra Beckett e il Sudafrica: il tentativo dello scrittore di farsi assumere come lettore all’Università di Cape Town, la prima traduzione dal francese all’inglese di Molloy condotta con l’aiuto del sudafricano Patrick Bowles, le donazioni di Beckett a favore dell’African National Congress e la sua firma della petizione dei Commediografi Contro l’Apartheid.

La traduzione in afrikaans di Aspettando Godot firmata da Naòmi Morgan – docente di francese alla University of the Free State e insignita del Cavalierato delle Arti e delle Lettere dal governo francese – ha ricevuto la piena approvazione della Beckett Estate. Morgan ha potuto adattare alcuni riferimenti geografici e culturali del testo al mondo sudafricano. Un esempio per tutti: nella versione di Morgan, anziché fantasticare di lanciarsi nel vuoto dalla Torre Eiffel, Vladimiro e Estragone immaginano di farlo dal ponte di Van Stadensbrug a Eastern Cape.
La traduzione afrikaans arriva dunque in libreria dopo aver preso vita sulla scena: nel 2024, infatti, Dion van Niekerk ha allestito una messinscena di Ons Wag Vir Godot con Charl Henning (Estragone), Chris Vorster (Vladimiro), Peter Taljaard (Pozzo), Gerben Kamper (Lucky) e Sibabalwe Jokani (il ragazzo).
