L’apicoltura secondo Samuel Beckett

Autore: Martin Page
Editore: Clichy, 2013 (traduzione di Tania Spagnoli)

Quarta di copertina: Nel settembre 2012, alla periferia di Reading, un incendio divampa nel magazzino che custodisce uno dei più importanti archivi consacrati a Samuel Beckett. Dopo il rogo viene rinvenuto il misterioso diario di un uomo che si spaccia per assistente dell’autore. Nessuno ha mai sentito parlare di lui, eppure il documento esiste e narra una vicenda che comprende diversi fatti realmente accaduti. Questo il pretesto che inventa Martin Page per raccontarci la storia di un giovane studente che nell’autunno del 1985 viene assunto da Beckett per aiutarlo a sistemare alcuni documenti. Attraverso il diario del ragazzo, il lettore ha così accesso alla vita privata del grande drammaturgo, alla sua quotidianità, alle sue preoccupazioni, alle curiose e ironiche conversazioni che i due si scambiano davanti a una tazza di cioccolata calda, lungo le strade di Parigi o sul tetto dell’appartamento dello scrittore dove, infagottati nelle apposite tute bianche da apicoltori, si prendono cura delle sue amate arnie. Il protagonista assisterà inoltre, in contemporanea, ai preparativi di una rappresentazione di Aspettando Godot nel carcere svedese di Kulma, progetto che procura non pochi grattacapi al suo autore e si conclude con un esito del tutto esilarante. Uno straordinario omaggio a Beckett e e al suo teatro, e insieme un’arguta riflessione sulla grande farsa della celebrità (letteraria e non) e gli inevitabili malintesi che porta con sè: un romanzo lirico e surreale, scritto con grande maestria e in uno stile divertente e assolutamente originale.

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