Beckett & Puppet. Studi e scene fra Samuel Beckett e il teatro di figura

A cura di: Fernando Marchiori
Editore: Titivillus, 2007
Indice del volume: Introduzione (di Fernando Marchiori); Il teatro di figura di Samuel Beckett (di John McCormick); Figure beckettiane e beckettismo delle figure (di Fernando Marchiori); Giocando un finale di partita (di Giulia Dall’Ongaro e Enrico Deotti); Prima o poi tutti i pupazzi piangono (di Gabriele Frasca); Sul Beckett & Bacon del Dottor Bostik (di Alfonso Cipolla e Osvaldo Guerrieri); Arrivando Godot, riflessioni per un teatro di figura beckettiano (di Alfonso Cipolla); Un lento apprendistato: marionette, automi, pupazzi, simulacri nel palinsesto beckettiano (di Luca Scarlini); Influenze beckettiane sul teatro di figura dell’Europa dell’Est (di Edvard Majaron); Risibile! Ridere con Beckett. Ridere di Beckett (di Roberto Canziani); Beckett: integrità perdute, ordinate ricomposizioni (di Marisa Sestito); L’ordinaria eternità della pausa beckettiana (di Alessandro Serra); Variazioni su Beckett (di Ana Alvarado); Samuel Beckett nell’opera del Periférico de Objetos (di Ana Alvarado e Daniel Veronese); Il tra e il dispositivo bekcettiano (Conversazione con Ana Alvarado di Fernando Marchiori); La disciplina di aprola e corpo – i Mabou Mines mettono in scena Beckett, 1965-1975 (di Iris Smith Fischer); Riferimenti bibliografici; Indice dei nomi.

Quarta di copertina: Che Samuel Beckett abbia influenzato profondamente il teatro di figura, lo dimostrano i numerosi allestimenti con fantocci e oggetti che all’opera dell’autore di Aspettando Godot si sono ispirati o che ne hanno messo in scena i testi. Ma a sua volta l’universo burattinesco ha influenzato la scrittura non solo teatrale, di Beckett. In fondo, tutti i suoi lavori sono dei drammi per personaggi ridotti a marionette, manipolati come oggetti, con relazioni frammentarie in scene concepite come meccaniche dell’assurdo. Personaggi che saltano invece di camminare, che restano legati a una sedia a dondolo o a rotelle, mezzi uomini, pezzi di carne. Sbucano dai bidoni della spazzatura proprio come dei burattini dalle loro baracche, oppure corrono come nelle comiche, si afflosciano, ripetono movimenti elementari, diventano sagome, ombre. Indagare il grande tema della marionetta in Beckett – e attraverso Beckett – significa dunque guardare in una prospettiva diversa l’opera di uno dei più grandi autori del Novecento e insieme assumere i linguaggi del teatro di figura, le loro potenzialità originali, come campo di ricerca all’altezza delle questioni che la complessità del presente pone alle arti sceniche.

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