Assunzione

Titolo originale: Assumption
Data di composizione: 1929
Prima edizione: “Transition” n.16-17, 1929
Edizioni italiane: Via Del Vento, 2009Einaudi, 2010

Testo di importanza più storica che letteraria, Assunzione è l’esordio primordiale di Samuel Beckett nella narrativa: un brevissimo racconto apparso nel 1929 sul n. 16-17 di «Transition», la rivista di avanguardia letteraria fondata a Parigi da Eugene Jolas. Sullo stesso numero trovano spazio alcune pagine del saggio Dante . Bruno … Vico .. Joyce dedicato alla Finnegans Wake (Frasca, nella postfazione alla prima edizione italiana del racconto individua qui la causa della condiscendenza di Jolas a pubblicare l’acerba prova narrativa di Beckett, quasi come ricompensa per il testo – quello sì geniale – dell’analisi critica del work in progress joyciano).

«Assunzione» contiene alcune significative, e persino sorprendenti, premesse e anticipazioni della poetica beckettiana.

Aldo Tagliaferri, «Le vie dell’impossibile»

Ostentatamente modernista, Assunzione gronda metafore nelle pur poche righe di cui è composto. L’incipit («Avrebbe potuto gridare oppure no») fa esplodere subito la dicotomia possibilità/negazione della possibilità che avrebbe percorso tutta l’opera di Beckett da lì in poi (che questa sia la prima frase di Beckett edita in assoluto è zucchero per critici e appassionati… Anche secondo Tagliaferri – in Edup, 2006 – questa breve prosa contiene «alcune significative, e persino sorprendenti, premesse e anticipazioni della poetica beckettiana»).

La vicenda è allegorica: un non meglio identificato artista lotta per controllare il suo lato animalesco; una Donna (con l’iniziale maiuscola) lo seduce. L’incontro con la musa acquieterà la parte animale e consentirà all’artista di far prorompere il suo lirico grido interiore in tutta la sua potenza.

«Assunzione» presenta per la prima volta quel romanticismo tedesco che Beckett non avrebbe mai del tutto rimosso dalla sua opera.

C.J. Ackerley, S. Gontarski, «The Grove Companion To Samuel Beckett»

Una variazione sul tema dell’estetica del dolore, quel «romanticismo tedesco che Beckett non avrebbe mai del tutto rimosso dalla sua opera» (C.J. Ackerley, S. Gontarski, «The Grove Companion To Samuel Beckett», Grove Press, 2004).

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