Mercier e Camier

Titolo originale: Mercier et Camier
Data di composizione: 5 luglio – 3 ottobre 1946
Prima edizione: Les Editions De Minuit, Parigi, 1970
Edizioni italiane: SugarCo, 1994Einaudi, 2015

Dei romanzi precedenti la cosiddetta trilogia (costituita da Molloy, Malone muore, L’innominabile), Mercier e Camier è senza dubbio il meno significativo. Tuttavia può costituire un buon punto di partenza per esplorare questa fase della produzione beckettiana. È, infatti, più divertente di Murphy (sebbene meno profondo) e a differenza di Watt – decisamente più complesso e articolato nella sua struttura – presenta una vena picaresca che risolleva l’esilità della trama. Senza contare che – essendo il primo romanzo di Beckett scritto in francese – rappresenta la prima opera di ampio respiro in cui lo scrittore si cimentò con il nuovo idioma.

Mercier e Camier fu iniziato nell’estate del 1946 quando Beckett stava già cominciando a pensare a Molloy. Leggendo il romanzo è impossibile non vedere nella coppia di protagonisti la prova d’orchesta per Aspettando Godot. Ma a differenza di Vladimiro ed Estragone – che esauriscono la loro parabola esistenziale fermi sotto un albero – Mercier e Camier sono in continuo movimento.

Dopo essersi presentati entrambi all’appuntamento che si erano dati, non senza qualche difficoltà, i due partono alla volta di un viaggio sconclusionato che li porterà a faccia a faccia con una serie di personaggi altrettanto improbabili. Beckett usa una struttura piuttosto singolare: ogni due capitoli, infatti, ne inserisce uno che altro non è se non il riassunto schematico dei due capitoli precedenti. Dei dodici capitoli che compongono il romanzo, dunque, solo otto sono di narrazione vera e propria, mentre i restanti quattro non sono altro che sintetici punti della situazione. Al termine della loro avventura, Mercier e Camier incontreranno un personaggio di nome Watt. Tutto lascia supporre che si tratti proprio del protagonista dell’omonimo romanzo, completato l’anno precedente. Il romanzo si conclude con Camier che se ne va lasciando solo Mercier (è uno dei rari casi in cui assistiamo esplicitamente alla separazione di una coppia beckettiana).

La prosa è una bozza in sordina dello stile che Beckett porterà a maturazione nelle grandi opere successive. “Beckett era insicuro della sua padronanza del francese e temeva di essere deriso dai critici per i suoi errori di grammatica o di sintassi” (Bair). Nonostante ciò spedì il manoscritto all’editore Bordas. Ricevette un anticipo di 10.000 franchi, ma all’ultimo momento l’editore – scoraggiato dalle scarsissime vendite di Murphy – decise di non pubblicare il romanzo che rimase inedito fino al 1970.

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