Coda

Titolo originale: Coda
Data di composizione: 19421945
Prima edizione: in «Watt» (Olympia Press, 1945)
Edizioni italiane: SugarCo, 1981Einaudi, 1998Einaudi, 1999Einaudi, 2006

Coda è un breve componimento poetico di otto versi liberi che figura tra i Watt “Addenda”, ovvero le 37 annotazioni collocate in appendice al romanzo Watt. Si tratta, come chiosa lo stesso Beckett, con la fredda autoironia che pervade tutto il romanzo, di “prezioso e illuminante materiale” che “andrebbe studiato con cura. Solo la stanchezza e la nausea hanno impedito di incorporarlo“.

L’inclusione negli Addenda di Watt rende ragionevole far risalire il testo poetico allo stesso periodo di composizione del romanzo. Il titolo Coda, tuttavia, è assai più tardo e nasce in seguito alla scelta compiuta da Samuel Beckett di collocare questi versi in coda, appunto, all’edizione integrale delle sue poesie pubblicata da John Calder nel 1984.

I versi descrivono l’impossibilità di compiere il bilancio di un’esistenza, l’impossibilità di raccontare fino in fondo la storia di una persona e vi riecheggia per ammissione dello stesso Beckett (v. Ackerley, Gontarski, The Grove Companion To Samuel Beckett, New York, 2004) il versetto 40, 12 di Isaia: “Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare e ha calcolato l’estensione dei cieli con il palmo? Chi ha misurato con il moggio la polvere della terra, ha pesato con la stadera le montagne e i colli con la bilancia?“.

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