Oroscopata

Titolo originale: Whoroscope
Data di composizione: 15-16 giugno 1930
Prima edizione: Hours Press, Londra, 1930
Edizioni italiane: UTET, 1973Einaudi, 1976Einaudi, 1999Einaudi, 2006

Ho scritto la prima metà prima di cena, sulla carta da lettere dell’Hotel Bristol, mi sono concesso un’insalata e un sorso di Chambertin al Cochon De Lait, poi sono tornato all’Ecole e l’ho finita intorno alle tre del mattino… Così è andata, quelli sì che erano giorni…

Samuel Beckett

“Ho scritto la prima metà prima di cena, sulla carta da lettere dell’Hotel Bristol, mi sono concesso un’insalata e un sorso di Chambertin al Cochon De Lait, poi sono tornato all’Ecole e l’ho finita intorno alle tre del mattino… Così è andata, quelli sì che erano giorni…“. Così Beckett avrebbe descritto, a distanza di molti anni, la genesi di Whoroscope a Nancy Cunard, fondatrice ed editor della Hours Press.

Fu l’inseparabile amico di quegli anni, Thomas McGreevy, a suggerire a Beckett di partecipare al premio letterario indetto dalla Hours Press, cui potevano concorrere componimenti poetici inediti che avessero per tema il Tempo e che non superassero i cento versi. Beckett raccolse l’invito, sbrigò la faccenda in poche ore, appunto, nella notte tra il 15 e 16 giugno del 1930, e vinse il primo premio. Dieci sterline che gli consentirono di prolungare il suo soggiorno parigino.

Whoroscope, il cui titolo è stato risolto in italiano sia in Puttanoroscopo sia in Oroscopata, è un poemetto volutamente arcano, smaccatamente accademico, pieno di citazioni nascoste, ammiccamenti eruditi, fusione di enciclopedismi e turpiloquio. Gabriele Frasca ne individua le ascendenze joyciane parlando, giustamente, di un “assolo modernista” con qualche “finneganismo sfacciatamente compiaciuto“. “Un’arguta e superficiale esibizione di cultura esoterica“, dirà Bair.

Cartesio (1596-1650). Filosofo e matematico francese, fondatore del razionalismo. Beckett in “Whoroscope” lo immagina superstizioso e alle prese con la cottura di un uovo.

Cartesio (1596-1650). Filosofo e matematico francese, fondatore del razionalismo. Beckett in “Whoroscope” lo immagina superstizioso e alle prese con la cottura di un uovo.

All’epoca Beckett stava leggendo la Vita di Cartesio di Adrien Baillet. Un aneddoto contenuto in questa biografia fornì lo spunto per l’aggancio al tema previsto dal concorso: il Tempo. Pare infatti che Cartesio fosse restio a dichiarare la sua data di nascita, temendo che a partire da questa qualche astrologo riuscisse a ricavare la data di morte. Lo scorrere del tempo è rimarcato poi dalla trovata dell’uovo.
Il poemetto si apre infatti con Cartesio che dà al suo servitore Gillot un uovo affinché glielo cucini. Ma l’uovo è troppo fresco (!) e Cartesio si raccomanda a Gillot affinché aspetti che sia abbastanza guasto e vecchio prima di prepararglielo. Si alternano così versi in cui Cartesio chiede a che punto è l’uovo a versi in cui si abbandona a dissertazioni più o meno indecifrabili. Al verso 84 l’uovo ha finalmente raggiunto il giusto grado di deterioramento affinché possa essere cotto e mangiato (“Sei infine pronto / mio esile pallido stronzo in doppiopetto? / Oh quanto forte odora / questo aborto di implume! / Lo mangerò con posate da pesce. / Bianco e tuorlo e piume“).

Richard Aldington (1892-1962). Poeta inglese. Aiutò Beckett a compiere i primi passi nel mondo della letteratura. Beckett lo avrebbe sempre ricordato con gratitudine.

Richard Aldington (1892-1962). Poeta inglese. Aiutò Beckett a compiere i primi passi nel mondo della letteratura. Beckett lo avrebbe sempre ricordato con gratitudine.

Vuoi perché gli altri partecipanti avevano spedito composizioni piuttosto scadenti, vuoi per l’audacia stilistica del poemetto di Beckett, lo scrittore Richard Aldington, dopo aver ricevuto da Nancy Cunard il mandato di selezionare i testi, non ebbe dubbi nell’assegnare al giovane Samuel l’alloro del vincitore.
Whoroscope venne pubblicato in un’edizione limitata di 300 copie (di cui 100 firmate dall’autore). Fu la prima opera di Beckett ad uscire autonomamente in volume. E, di fatto, aprì la strada per la pubblicazione della seconda. Aldington, infatti, riuscì ad accordarsi con la casa editrice Chatto & Windus per commissionare a Beckett un saggio su Proust.

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