Pseudo Chamfort
Titolo originale: Long after Chamfort Data di composizione: 1972 – 1976 Prima edizione: in parte su “The Blue Guitar”, Messina 1975 , in parte su “Collected Poems 1930-1978”, Calder 1984 Edizioni italiane: Einaudi, 1999 – Einaudi, 2006
L’aforista francese Sébastien Roch Nicolas de Chamfort riuscì a farsi strada nel bel mondo settecentesco, in Francia, grazie al successo delle sue opere teatrali e alla sua arguta misantropia. Tale caratteristica del suo animo portò il letterato a scrivere una collezione di massime considerate all’altezza di quelle del più celebre La Rochefocauld. Quasi duecento anni dopo la morte di Chamfort, nel 1972, Beckett scrisse al suo amico George Reavy dicendogli che si era divertito a mettere in rima alcune massime dell’aforista francese. Sei di queste apparvero tre anni più tardi su The Blue Guitar, un periodico dell’Università degli Studi di Messina. Altre due furono scritte nel 1976 formando così il ciclo definitivo di otto massime in rima che assunse il titolo di Long after Chamfort (tradotto in Italia come Pseudo-Chamfort) e pubblicato integralmente nei Collected Poems di Samuel Beckett che Calder diede alle stampe nel 1984.
Secondo Frasca (nella prefazione a Einaudi, 1999) le rime di Pseudo-Chamfort costituiscono “un’operazione di «minorazione» musicale della lingua […] che darà i suoi frutti più mirabili nelle successive mirlitonnades“.