Parole e musica
Titolo originale: Words and Music Data di composizione: 20-27 novembre 1961 Prima trasmissione: BBC, 13 novembre 1962 Prima edizione: “Evergreen Review” n. 27, novembre-dicembre 1962 Edizioni italiane: Einaudi/Gallimard, 1994 – Einaudi, 2002 – Einaudi, 2005 – Mondadori, 2023
L’autunno del 1961 è un mese particolarmente intenso per la produzione radiofonica di Beckett il quale mette su carta ben tre sceneggiature per la radio (nell’ordine Parole e Musica, Radio I e Cascando) legate da una caratteristica comune: la presenza della voce umana e della musica come entità partecipanti attivamente all’azione drammatica. Se Radio I e Cascando sono talmente simili tra loro da poter essere quasi considerate due variazioni di una stessa idea, Parole e Musica si differenzia leggermente per la più spiccata allegorizzazione.
L’ambientazione: un vecchio signore dall’indole poetica, Croak, si reca periodicamente a trovare i suoi due servitori: Parole (chiamato anche Joe) e Musica (chiamato, come già detto, anche Bob). Insieme a essi (e solo insieme a essi, verrebbe da dire, altrimenti non farebbe altro che un croak, un gracidare) egli ha la possibilità di comporre poemi musicali sui temi più diversi. “Tema questa sera… l’amore” dirà ai suoi due servitori. Ma Parole e Musica non vanno d’accordo. Parole preferirebbe comporre un poema sull’accidia (un tema che percorre tutta l’opera di Beckett da Più pene che pane fino a Compagnia) e soprattutto non segue mai i suggerimenti di Musica. Alla fine, il poema risultante lascia del tutto insoddisfatto Croak che abbandona i due avvilito.
Quasi superfluo sottolineare la presenza di una delle dinamiche ricorrenti nelle opere di Beckett (soprattutto in ambito teatrale): il rapporto servo-padrone. Quando Croak bacchetta Parole per incitarlo ad esprimersi meglio sembra proprio di vedere (anzi di sentire, visto che si tratta di un dramma radiofonico) Pozzo che redarguisce Lucky in Aspettando Godot.
Il compositore e musicologo inglese Humphrey Searle (1925-1982). Fu a lui che si rivolse Beckett per comporre la seconda versione della parte di Musica.
È piuttosto curioso osservare come tre dei maggiori studiosi dell’opera di Beckett (Bair, Knowlson e Alvarez) diano tre interpretazioni abbastanza diverse di Parole e Musica: la prima sostiene che gli argomenti del radiodramma sono “l’incapacità di padroneggiare il linguaggio e la ridondanza della prosa, anche in questo caso insoddisfacente e quindi abbandonata fino alla prossima occasione“. Il secondo vede nel testo “il marchio della lotta per riunire i due elementi” (Parole e Musica, appunto). Il terzo, infine, vi scorge “una brillante drammatizzazione, spiritosa e assolutamente originale, della fatica e delle frustrazioni della creazione“. Sembra, però, che nessuno dei tre abbia notato l’elemento dello strazio provocato al cuore di Croak dai ricordi evocati da Parole. Quando Parole descrive il volto di una donna, Croak esclama “Lily!”. È probabilmente il nome di un suo perduto amore ed è questo – forse – il vero motivo che lo spinge ad abbandonare i due servitori.
Quel che è certo è che per la prima volta nella sua carriera Beckett scelse consapevolmente di scrivere un’opera rinunciando a comporre la parte di un personaggio: Musica, infatti, si esprime attraverso la musica e Beckett commissionò la stesura di questa parte al compositore John Beckett, suo cugino. Tutte le messe in onda fino al 1975 furono presentate con lo spartito di John. In occasione di una ri-registrazione per il London Visual Audio Centre Beckett decise di far comporre nuovamente la parte di Musica al musicologo inglese Humphrey Searle. Nel 1987, infine, il compositore statunitense Morton Feldman (che dieci anni prima aveva avuto a che fare con Beckett per Né l’uno né l’altro) realizzò una sua personale riedizione di Parole e musica.
In Italia, Parole e musica è stato trasmesso da RadioRai il 1° ottobre del 1980.