Nacht und Träume

Titolo originale: Nacht und Träume
Data di composizione: 1982
Prima trasmissione: Rete televisiva tedesca Suddeutscher Rundfunk, 19 maggio 1983
Prima edizione: Faber & Faber, Londra, 1984
Edizioni italiane: Einaudi, 1985Einaudi/Gallimard, 1994Mondadori, 2023

Per la seconda volta nella storia della sua attività Beckett fa incrociare la musica classica con le sue opere per la televisione. Nel 1976 era stata la volta di Trio degli spiriti che mutuava il titolo dall’omonima composizione di Beethoven. Sei anni dopo toccherà a Schubert “prestare” allo scrittore il titolo di un Lied, nella fattispecie Nacht und Träume (“Notte e sogno”, op. 43, n. 2).

La musica di Schubert, in realtà, aveva già fatto la sua comparsa in un’opera di Beckett all’epoca di Tutti quelli che cadono, il radiodramma del 1956. All’inizio dell’opera, da una casa si sente provenire sommessamente il quartetto per archi La morte e la fanciulla proprio mentre la signora Rooney si reca alla stazione. In Nacht und Träume, tuttavia, la composizione musicale assume un ruolo esclusivo. Le parole del Lied, infatti, pur se cantate sommessamente e in alcuni tratti appena accennate, costituiscono il testo del dramma televisivo.

Ci troviamo nella fase conclusiva della ricerca estetica di Beckett il quale ormai, sia nella prosa che nelle opere visive, lavora soprattutto su idee essenziali. In una stanza buia, illuminata dalla sola luce del crepuscolo, un uomo seduto al tavolo canta sommessamente il Lied di Schubert che dà il titolo all’opera fino ad addormentarsi. Inizia qui il sogno in cui appaiono due mani che confortano l’uomo porgendogli da bere e asciugandogli il viso con un panno. Il sogno culmina quando le mani del sognatore e le mani sognate si toccano. Secondo uno schema caro all’autore la sequenza viene ripetuta ancora una volta prima della dissolvenza finale.

L’assenza dell’elemento ironico è una costante della produzione televisiva di Beckett, cui Nacht und Träume non fa eccezione. Qui, semmai, vi si trova accentuata una tenerezza che tocca toni patetici e che quasi mai aveva fatto la sua comparsa nelle altre opere dell’autore.

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